C’è una cosa che mi fa abbastanza irritare: non dare feedback ai colloqui di lavoro.
Mi spiego meglio. La ricerca di lavoro per la mia generazione è composta da varie fasi: una candidatura, spesso online; un appuntamento per un colloquio; forse un secondo colloquio più approfondito; un feedback sull’esito della selezione. È proprio su quest’ultima fase che trovo molta mancanza di attenzione, ma anche di rispetto. La frase standard che viene detta è:”Entro una settimana, massimo due, le daremo un feedback“. Benissimo, ci sta. Ciò che mi è successo più spesso, è stato non ricevere nulla, né una mail, né una telefonata. Ci sono state delle eccezioni e me le ricordo tutte bene, tre eccezioni, dove mi è stato detto perché era stata scelta un’altra risorsa. Ma negli altri casi, dopo che ci siamo scambiati almeno tre mail, ci siamo visti due volte e mi hai anche detto che mi avresti fatto sapere, perché non mi mandi una mail? Il non avere tempo è solo una scusa, vuol dire che non sei organizzato, che non sai gestire il tuo tempo lavorativo, è il tuo lavoro selezionare del personale, perciò mi piacerebbe anche sapere quale competenza non ho per quella posizione o se ho bisogno di formarmi ancora. Mi fa molto incazzare, perché spesso sono persone laureate in psicologia del lavoro e non riescono neanche a dare un feedback. Io, nella piccola realtà in cui sto lavorando, do sempre un feedback, almeno una mail in cui spiego perché non siamo nella situazione di poter assumere o che preferiamo puntare su altre risorse più adatte al nostro contesto organizzativo.
Allego lo screen della mail di Enrico Mentana (o chi per lui) che ha dato un feedback a 15.000 (quindicimila) persone, come aveva detto che avrebbe fatto. Non è neanche mancanza di professionalità, è un passo precedente e io lo chiamo rispetto.
With love,
Danilo