Una sera, in giro con amici. Ci diamo dentro, nel senso etilico. E siamo un po’ brilli, ma brilli allegri che ti diverti anche solo a dire come ti chiami. Si fa tardi, almeno credo. E il mattino dopo, sveglia alle 8 e corsa in stazione. Perché a vent’anni o poco più bisogna dividersi tra il divertimento e la serietà. Siamo grandi, ma ancora non abbastanza per essere sempre seri. E siamo, allo stesso tempo, giovani o, se vogliamo piccoli, ma non più abbastanza per divertirci sempre. Quindi, ci divertiamo, facciamo le ore piccole, com’è giusto che sia, e il giorno dopo, con dei dolori da novantenne, ricomincia la nostra vita, la nostra routine.